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Il TAR ferma il progetto del Nuovo Stadio della Roma a Pietralata

La costruzione del nuovo stadio della AS Roma a Pietralata incontra un nuovo ostacolo: Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha temporaneamente bloccato l’esecuzione di un provvedimento del IV municipio di Roma, il quale aveva imposto la chiusura di un autoricambi situato nell’area designata per la realizzazione dell’impianto sportivo. Sospendendo gli effetti del provvedimento municipale fino alla sentenza definitiva prevista per il 19 novembre.

Ulteriori ritardi per il Nuovo Stadio della Roma a Pietralata: Interviene il TAR

Radio Roma Sound riporta che, a seguito di questa decisione, l’accesso all’area per i rilievi necessari al completamento del progetto definitivo dello stadio sarebbe bloccato. Secondo quanto riportato da Il Romanista, inoltre, la situazione attuale potrebbe costringere la società giallorossa a procedere con le simulazioni basandosi sui rilevamenti già effettuati, che rappresentano circa la metà di quelli previsti dalla fase pre-progettuale.

L’attesa per la sentenza di novembre e i precedenti ricorsi avanzati dagli abitanti dell’area di Pietralata potrebbero causare un ritardo significativo nella realizzazione del progetto. Secondo le stime, un progetto definitivo potrebbe non essere pronto prima della fine del 2024, con l’approvazione dell’assemblea capitolina attesa nel corso del 2025. Questo scenario renderebbe quasi impossibile l’inaugurazione dello stadio entro il Centenario del Club nel 2027.

Intanto, lo scontro tra il comitato contrario allo stadio e il Comune di Roma si intensifica. L’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia ha dichiarato che il dipartimento sta preparando gli atti per l’esproprio dei terreni, nonostante le sentenze a favore dei ricorrenti.

“E’ come quando si affitta la propria casa a qualcuno – aveva già spiegato l’assessore – non si perde la proprietà, ma per tutta la durata dell’affitto, non si può entrare nella casa. Lo può fare solo quando vengono portati a termine tutti i provvedimenti per mandare via l’affittuario. Quelle aree sono di Roma Capitale, non ci può essere usucapione, che le occupa evidentemente deve riconsegnarle. E il tribunale dice: non potete andare lì e riprenderle semplicemente, ci vogliono le carte”.

Il comitato contrario, tuttavia, sostiene che la detenzione dei terreni da parte di Roma Capitale si sia trasformata in possesso, citando la sentenza che riconosce la trasformazione della detenzione qualificata in possesso a seguito di una domanda di mediazione presentata nel ottobre 2022.

“La relazione di fatto del ricorrente con i beni immobili in esame (i terreni e gli edifici esistenti, ndr), era qualificabile in precedenza come detenzione qualificata: dal verbale di immissione in possesso risalente al novembre 2006 risulta che la stessa amministrazione ha consentito all’epoca la permanenza degli occupanti a titolo di detenzione e, seppur questa è stata definita precaria (con obbligo di rilascio immediato a semplice richiesta dell’Ente), è stato tuttavia stabilito l’impegno dei detentori a versare un canone di affitto.” “Questa situazione di detenzione qualificata – scrivono i giudici – si è trasformata in possesso in forza della domanda di mediazione da lui presentata (presentata dal proprietario che ha depositato ricorso, ndr) nel mese di ottobre 2022, ai fini della successiva introduzione di un giudizio per l’accertamento dell’acquisizione per usucapione della proprietà dell’area in questione”.

 

FOTO: RT Archive

 

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